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venerdì 15 ottobre 2010

Sincera

Sul viale, rincasando, sul tardi, la giornata al termine. Scampati dalla rampa della stazione del metro, che è buio e t'inghiotte e ne esci come un miracolo. Che scende come un budello nelle viscere della terra. Chiacchiere di femmina in carriera. Incedere accondiscendente di uomo abbracciato e rassegnato alla sua 24ore.
Lei: «No beh, ora, parlando sinceramente...» 
Lui: «Come "Ora"? E finora? E' un'ora che mi sfondi lo scroto con le tue stronzate e adesso mi dici "parlando sinceramente" solo ora? E chi mi rende tutto il tempo perso, e che me ne faccio allora di tutto il tuo fumo venduto in un'ora, in questa maledetta ora d'ascolto gratuito e frustrato, bastarda!». La colpisce, e la colpisce, e la colpisce, e la colpisce, e la colpisce, e la colpisce, e la colpisce, e la colpisce... e il viale è ormai tonalità notte, la tonalità per rincasare, sul tardi.
Non sottovalutiamo la pregnanza mortifera dei modi di dire.